Forte treno impaziente treno, dritto sulla giusta via sei arrivato
Ad ogni passo baci i miei stivali, terra mia ti riconosco
Possente terra come ti invocavo
Nei primi giorni in cui tuonava il cannone
Montagne che fermate il mio respiro, siete sagge come allora
Lascia il fucile la mia spalla e cade giù la gloria, gloria
E torna l'uomo torna con la sua stanchezza infinita.
Sono questi i giorni del ritorno
Quando sui canneti volan basse le cicogne
E versano il candore delle piume
Dentro i campi acquitrinosi e poi fra i boschi volan via.
Sono questi i giorni del ritorno
Rivedere viva la mia gente viva
Vecchi austeri dalle lunghe barbe bianche
E le madri fiere avvolte dentro scuri veli.
Piange e ride la mia gente, e canta
Allora è viva la mia gente, vive, vive.
Canti e balli nella strada volti di ragazze come girasoli
Cose che non riconosco più.
Per troppo tempo ho avuto gli occhi nudi e il cuore in gola.
Eppure non era poca cosa la mia vita.
Cosa ho vinto, dov'è che ho vinto quando io
Ora so ora so che sono morto dentro
Tra le mie rovine.
Perdio! Ma che m'avete fatto a Stalingrado?
Difensori della patria, baluardi di libertà
Lingue gonfie, pance piene non parlatemi di libertà
Voi chiamate giusta guerra ciò che io stramaledico.
Dio ha chiamato a sé gli eroi, in paradiso vicino a Lui
Ma l'odore dell'incenso non si sente nella trincea
Il mio vero eroismo qui comincia, da questo fango.
T'ho amata donna e parleranno ancora i nostri ventri
Ma come è debole l'abbraccio in questo incontro
Cosa ho vinto, dov'è che ho vinto, quando io
Vedo che, vedo che niente è più lo stesso, ora è tutto diverso.
Perdio! Ma che cos'è successo di così devastante a Stalingrado?
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